Per opporci al razzismo
16 Maggio 2009
Concita De Gregorio
Il pericolo è, come ha denunciato il presidente Napolitano, che le differenze divengano non un arricchimento ma un «fattore di esclusione». Di certo non aiuta un premier che – incurante non solo della storia ma anche della realtà – si dice contrario a un’Italia multietnica. Cioè all’Italia che già ciascuno di noi incontra nella vita quotidiana. Oggi più che mai è importante vigilare, stare attenti. Da martedì prossimo (e poi tutti i martedì, giovedì e sabato) L’Unità avrà un osservatorio permante sul razzismo. Il «Filo rosso» di oggi lo scrive la persona che lo coordinerà, Luigi Manconi.
«Era il 1987 quando – con Laura Balbo, attuale Presidente di International Association for the Study of Racism – iniziammo a interessarci di immigrazione straniera nel nostro paese. La questione era allora ed è oggi la seguente: la società italiana è consapevole e attrezzata rispetto ai processi di cambiamento che si sono messi in moto (e che continueranno, e hanno una dimensione «globale») nella fase delle migrazioni internazionali? A metà degli anni Ottanta gli immigrati regolari in Italia erano circa 500mila, alla fine del 1993 sfioravano il milione. Circa un decennio fa raggiungevano quasi il milione e mezzo. Da allora il ritmo di crescita è stato più rapido: oggi i regolari sono intorno a quattro milioni più, presumibilmente, un milione di irregolari.
Il nostro ritardo nell’affrontare i problemi produce effetti allarmanti: 1) il rischio di ridurre l’immigrazione tutta, nella percezione diffusa, a «questione criminale»; 2) la cancellazione, o comunque la sottovalutazione, della presenza straniera come risorsa positiva e fattore di sviluppo; 3) l’introduzione di norme illiberali, capaci di far arretrare il sistema di diritti e di garanzie.
Due esempi: la qualificazione dell’immigrazione irregolare come reato e l’aggravante «per clandestinità», con la quale non si va a colpire un comportamento criminale bensì la mera condizione di migrante non in regola e di profugo non riconosciuto.
Opporsi a tutto ciò richiede che si lavori in una prospettiva di medio e lungo periodo. Ciascuno di noi può fare qualcosa e, da qui, nasce il progetto che verrà ospitato da L’Unità: un Osservatorio «Italia-razzismo» sui fatti dell’immigrazione e sui complessi effetti che ne derivano per la società italiana: nei diversi settori del mercato del lavoro, nei diversi contesti territoriali, nelle diverse culture e nei diversi gruppi sociali. Dati, informazioni, statistiche e vita reale. Parleremo di quelle 240.594 imprese individuali promosse da stranieri, ma anche di quei 1.500 nuovi cittadini italiani, nati in altri paesi, che costituiscono una percentuale non insignificante dell’esercito italiano. E parleremo della vita quotidiana, di «loro» e di «noi»: rapporti, interazioni, anche amicizie, oltre che stereotipi, discriminazioni, conflitti. Lo faremo anche con un sito internet: Italiarazzismo.it, attivo fra dieci giorni e una mail a cui inviare segnalazioni, consigli, critiche: abuondiritto@abuondiritto.it.
Lavorano con me: Laura Balbo, Rita Bernardini, Andrea Boraschi, Valentina Brinis, Valentina Calderone, Francesco Gentiloni, Ernesto M. Ruffini, Romana Sansa».