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Marinella Correggia

Presidente “a vita” del Burkina Faso dal 1987, dopo il colpo di stato in cui
fu assassinato Thomas Sankara, Blaise Compaoré ieri avrebbe dovuto ricevere a
Firenze il Premio Galileo 2000 con la seguente motivazione: “Per l’impegno
nella mediazione dei conflitti etnici e sociali”. Il Galileo è nato come
riconoscimento per meriti musicali e artistici ma, leggiamo dal sito, “siccome
chi ama la musica non può non amare la pace, il Premio è riconosciuto anche a
una figura di fama internazionale che è stata capace di aiutare con le proprie
azioni, impegno personale e morale la costruzione della pace nel mondo”.
Il nome di Compaoré fra i premiati 2008 ha suscitato stupore e sdegno da
parte dei Comitati Sankara XX, del Comitato Sankara di Firenze, di gruppi di
africani residenti in Italia che hanno preparato una manifestazione davanti
all’Istituto d’arte statale di Porta Romana. Ed ecco che all’improvviso ogni
riferimento al presidente burkinabè sparisce dal sito e gli organizzatori
confermano senza spiegazioni: Compaoré non riceverà il premio e non è in alcun
modo prevista la sua presenza alla cerimonia.
Mettiamola così: forse agli organizzatori del premio mancavano giusto un po’
di informazioni storiche e i Comitati Sankara gliele hanno fornite. A partire
dal fatto che il governo di Compaoré si è sempre rifiutato di condurre
un’inchiesta sulla morte di Thomas Sankara, ucciso da un commando nella polvere
di Ouagadougou, quel 15 ottobre 1987. Per questa ragione – e per un atto di
morte in cui c’era scritto “deceduto per cause naturali” – la famiglia Sankara
si era rivolta al Comitato per i diritti umani dell’Onu il quale nel 2006 aveva
di conseguenza accusato il governo burkinabè di violazione del Patto relativo
ai diritti civili e politici. Salvo dichiararsi quest’anno soddisfatto della
risposta del Burkina…che non aveva risposto.
I Comitati Sankara ricordano anche che “in un rapporto dell’Onu del 2004 a
carico di Blaise Compaoré è stata riconosciuta l’implicazione
nell’organizzazione di traffici con l’Unita nella guerra civile in Angola, con
Charles Taylor nella guerra civile in Liberia e in Sierra Leone”. E lo storico
burkinabè Joseph Ki-Zerbo riferì anni fa che Compaoré “riceve armi provenienti
dall’Europa centrale e da trafficanti francesi o americani. Armi che poi
vengono convogliate in Liberia e in Sierra Leone e in cambio si ottengono
diamanti”. Come mediatore di pace non c’è male.
L’assessore all’ambiente della provincia di Livorno, Marco della Pina,
protestando a sua volta per il premio, ha aggiunto altri pezzi di informazione.
Il rapporto 2008 di Transparency International sullo stato di corruzione dei
paesi del mondo declassa ulteriormente il Burkina che ora si trova nel gruppone
dei peggiori. Nel paese saheliano cresce il Pil, ma aumenta anche il numero di
poverissimi, che sono adesso il 65 per cento della popolazione. L’analfabetismo
è rimasto lo stesso di 20 anni fa, alla morte di Sankara: 70 per cento gli
uomini, 86 per cento le donne. Indice di sviluppo umano: il terzultimo del
mondo. Dal 2000 sono emigrati 3 milioni di burkinabè, il 25 per cento della
popolazione. Ingente lo schiavismo di bambini avviati al lavoro in altri paesi
da caporali.
Completa il quadro del “pacifista mediatore” Compaoré una denuncia del Comité
Catholique contro “la faim et pour le développement” che nel suo rapporto del
2007 elencava la fortuna personale del presidente di uno dei paesi più poveri
del mondo. Un Boeing, palazzi e ville in Burkina e a Parigi… Non potrebbe
essere maggiore la distanza rispetto a Sankara l’incorruttibile, il “presidente
più povero del mondo”. Che non ebbe nessun premio occidentale, ci risulta.
Comunque, niente paura: Compaoré avrà lustro dal primo vertice mondiale delle
star per la Terra, organizzato a Ouagadougou per il novembre 2008 dall’Alleanza
francofona. Blaise futuro premio Nobel?