Ai cattolici piacciono i Pacs
18 Gennaio 2006
Lo rivela un sondaggio dell’Eurispes. La maggioranza a favore anche di aborto e divorzio
Clementina Boso
Una risposta al gioco al rimpiattino che, da mesi, il leader dell’Unione Romano Prodi e il segreteraio della Margherita Francesco Rutelli hanno ingaggiato con le alte gerarchie vaticane arriva, ieri, da una più che tempestiva indagine dell’Eurispes. Che a sorpresa rivela: il 68,7% dei cattolici italiani è a favore dei Pacs, il 65,6% difende la legge sul divorzio, del 77,8% è la percentuale di coloro che si dichiarano contrari al divieto dell’eucarestia per i divorziati mentre arrivano addirittura all’83,2% quanti si dicono favorevoli all’interruzione di gravidanza se la madre è in pericolo. Scende è vero la percentuale – rispettivamente del 72,9% e del 61,9% – per i feti affetti da gravi anomolie o per gravidanze provocate da violenza sessuale. E ancora più cala quando a essere motivo di interruzione di gravidanza sono le condizioni economiche della madre (26,4%) o la volontà di non avere figli (21,9%).
Come che sia è un popolo disobbediente, quello cattolico, che poco sembra voler abbracciare la linea della Santa sede e dei partiti centristi che le si stringono attorno certi di poter pescare dentro un bacino di voti sicuri.
L’indagine Eurispes – contenuta nel Rapporto Italia 2006 e condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1.1070 intervistati tra il 22 dicembre 2005 e il 5 gennaio del 2006 – parla un’altra lingua. E lo fa all’indomani delle due grandi manifestazioni di Roma e Milano – quella a favore dei Pacs e quella in difesa della 194 e della libertà femminile – spacciate per offensive laiche e laiciste dall’intero mondo cattolico istituzionale.
«La realtà – spiega il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara – è che in Italia, tra la Chiesa cattolica e i suoi fedeli, c’è la stessa discontinuità che esiste, politicamente parlando, tra paese ufficila e paese reale». Come dire, insomma, che le gerarchie ecclesiastiche «non corrispondono – nell’eleborazione dell’indirizzo religioso – alle difficoltà e alle esigenze dei fedeli cattolici».
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