«Nonne contro la destra» a congresso, la terza età della Resistenza tedesca
Sebastiano Canetta
11 Agosto 2024
di Sebastiano Canetta
Il movimento è stato fondato in Austria sei anni fa da Monika Salzer. «Le minacce dei fascisti non ci spaventano» tuona la leader Anna Ohnweiller
Piccola fotografia delle oltre 30.000 Omas gegen Rechts (Nonne contro la destra): la terza età della Resistenza tedesca in prima linea contro i neonazi e i fascio-populisti di Alternative für Deutschland fin dal 2018. Reduci dal primo congresso nazionale a Erfurt chiuso cinque giorni fa, le irriducibili pensionate annunciano la lotta dura senza paura, letteralmente. «Le minacce dei fascisti non ci spaventano» tuona la leader Anna Ohnweiller davanti a 300 delegate rappresentanti le 200 sezioni del movimento fondato in Austria sei anni fa da Monika Salzer. Segue la standing-ovation prolungata spenta solo dal coro «Alerta, alerta, le nonne son più dure». Età media della platea: settant’anni. «Ogni giorno registriamo nuove iscritte» confermano all’ufficio tesseramento delle Omas gegen Rechts, ricordando il picco delle adesioni avvenuto la settimana dopo la pubblicazione sul magazine Correctiv dello scandalo della riunione nazista per deportare gli immigrati.
Ma la chiave del successo delle nonne antifa è tutta interna: organizzazione capillare e linea politica basata non solo sulla protesta in piazza bensì sui diritti delle donne a tutto campo, come provano i 15 workshop tematici organizzati al congresso di Erfurt.
«Abbiamo la responsabilità di lasciare ai nostri nipoti una società in cui valga la pena vivere» precisano le Omas, a partire dalla difesa del clima, altra forma di resistenza praticata insieme ai Fridays For Future. Non solo gli stretti contatti fra i due movimenti sono conclamati ma apertamente rivendicati da entrambe le parti nel nome della battaglia comune.
Del resto, le agguerrite pensionate sono una risorsa politica riconosciuta da tutti gli antifascisti. Il loro congresso è stato aperto dai saluti del presidente della Turingia, Bodo Ramelow (unico governatore della Linke in Germania) con il solenne ringraziamento per «l’instancabile impegno a difesa della democrazia».
Proprio nell’est della Repubblica federale risuona da anni l’allarme per l’ascesa di Afd, diventata oggi il secondo partito a livello nazionale e il primo negli ex Land della Ddr. Per questo le nonne hanno partecipato attivamente al dibattito sulla messa fuori legge del partito guidato da Alice Weidel, soppesando i pro e i contro insieme agli esperti giuristi.
Sempre con lo sguardo attento anche a ciò che accade oltreconfine: di recente le Omas gegen Rechts sono intervenute pubblicamente per censurare le incredibili espressioni contro le donne dell’aspirante vicepresidente Usa, James D. Vance. Il ministro italiano Matteo Salvini, invece, certamente le ricorda in prima fila nelle proteste per la liberazione di Carola Rackete, mentre gli austriaci si sono misurati con le loro manifestazioni contro «la neutralizzazione della Storia» innescate dall’inquietante proposta di smantellare l’insegna commemorativa sulla casa natale di Adolf Hitler. L’opposto del “consiglio” di molti esponenti della destra tedesca di stare a casa a fare la maglia, insomma, anche se le nonne sono diventate famose per via dell’inconfondibile berretto lavorato a uncinetto: si chiama Pussyhat, come il cappello usato nelle proteste contro Donald Trump, ed è ormai un simbolo identitario del gruppo.
Mentre la radicalità delle Omas paga anche istituzionalmente. Nella bacheca del movimento fanno bella mostra uno accanto all’altro il premio per l’integrazione della città di Friburgo ricevuto nel 2019, la medaglia “Paul Spiegel” per il coraggio civile consegnata dal Consiglio centrale degli ebrei tedeschi nel 2022 e la coppa per la cultura e pace della città-Stato di Brema. Ultimo arrivato: il premio per la pace di Aquisgrana 2024.
Plurititolate a difendere la democrazia mai così sotto attacco dei disvalori dell’ultradestra. Più e meglio dei leader politici seduti al Bundestag, la cui assenza è denunciata a voce alta: «Dove sono i partiti?» chiedono le nonne antifa che rischiano in prima persona.
Le minacce dei nazi ricordate da Anna Ohnweiller sono reali e da prendere seriamente, come dimostra il caso delle nonne di Sonneberg, piccolo borgo della Turingia amministrato da Afd, costrette a chiudere il loro profilo social in quanto «postare contenuti è diventato troppo pericoloso: riceviamo commenti di odio e le minacce di morte sono all’ordine del giorno. Mai la situazione è stata grave come ora. Dobbiamo proteggere perfino le nostre famiglie, è in gioco la nostra esistenza».
Solo l’anno scorso a Sonnenberg si sono registrati venti attacchi di matrice fascista, senza contare i tentativi di tagliare i fondi alle nonne: i dirigenti locali di Afd hanno denunciato il movimento alla Corte dei conti lamentando l’impegno «unidirezionale contro di noi» delle anziane antifa.
(il manifesto, 11 agosto 2024)